A Ferrara i contrastanti blocchi sociali, economici e politici nel tempo costruiti dal PCI e dalla DC, a partire dalla prima metà degli anni ’90 e sotto la spinta della paura determinata dal riverbero di mani pulite, hanno iniziato a cooperare e a tutelarsi reciprocamente sotto la regia del Sindaco Soffritti e del braccio destro di Andreotti, Nino Cristofori.
La fusione fu una fase lunga e silente e coinvolse i rispettivi sindacati, cooperative e associazioni economiche e di categoria; la data considerabile come chiusura del cerchio fu il 22 dicembre del 1999, quando D’Alema nominò Dario Franceschini quale sottosegretario del suo Governo, così come Andreotti aveva nominato il fido Cristofori.
Da allora Franceschini è diventato il dominus di tutto quanto è avvenuto a Ferrara, costruendo un sistema di potere tetragono alimentato dal denaro pubblico ed a cui solo i clientes del PD e, per quote, quelli dei partiti satelliti hanno potuto accedere.
Questo sistema ha soffocato la meritocrazia di amministratori e funzionari pubblici, l’innovazione e la qualità della vita in una città che, sotto la decennale guida del suo fido Avv. Tagliani, cognato di Nino Cristofori, è andata via via spegnendosi.
Un tempo nota per arte, cultura, qualità dei servizi e delle conquiste sociali, che in parte ancora eroicamente resistono, ora Ferrara sale alla ribalta nazionale (con le Iene e Striscia la Notizia) soprattutto per il livello dello spaccio e della prostituzione gestito dalla mafia nigeriana.
A queste elezioni Comunali, il PD consapevole del calo di consensi, testimoniato anche da propri sondaggi, oltre a mettere in campo le tradizionali liste di appoggio alla candidatura del proprio potenziale Sindaco, il fido ex Dc Modonesi, ha escogitato una nuova trovata, forse già sperimentata in altre parti del paese.
Il radicale Zamorani, da decenni ascaro del PDS/DS/PD, ha fatto una propria lista con candidato a Sindaco non Modonesi bensì Roberta Fusari, e anche Alberto Bova già consigliere comunale con Tagliani che lo nominò Presidente della Commissione Ambiente, Sanità, Servizi alla Persona e Immigrazione (!!) ha fatto una sua lista, con l’aiuto dell’ex Sindaco Soffritti, non di appoggio al PD come nel 2014, ma candidandosi lui a Sindaco.
Io ed altri pensammo che ciò fosse la prova della crisi e dell’isolamento del PD ferrarese; apprendiamo ora che si è invece trattato di un espediente per poi far confluire tali voti sul PD al previsto ballottaggio.
Ma Franceschini & soci hanno fatto i conti senza l’oste; tant’è che al 31,75% raccolto dal PD Modonesi, non bastano l’8,63% della Fusari né il 2,33% raccolto da Bova, per raggiungere il 48, 44% ottenuto da Alan Fabbri e tantomeno superare il 50%.
Decisivi saranno quindi i voti (6,83%) degli elettori dei 5 Stelle.
E’ una occasione forse irripetibile per liberare la città dal sistema di potere di Franceschini che la occupa da quasi due decenni. Comunque la si pensi si dovrebbe convenire che il cambiamento a Ferrara è in forte ritardo e assolutamente necessario.
Per i 5 stelle ( nati per sostenere : acqua pubblica, mobilità sostenibile, sviluppo, connettività e ambiente), vivendo l’attuale pesante situazione ferrarese, dovrebbe essere naturale scegliere il cambiamento sostenendo l’alternativa che tanti ferraresi hanno ora indicato con il loro voto; io di certo lo farò.
—-
nella foto
– https://www.youtube.com/
– (Tenendo conto che l’Espresso non è anti PD, anzi è di Carlo De Benedetti tessera n°2 del PD… )
http://