È prassi di molti, ormai, chiedermi spiegazioni politiche rispetto ai movimenti di altri al di fuori di me.
Di oggi, l’ultima, a seguito delle dichiarazioni di Aldo Modonesi sulle dichiarazioni di Nicola Naomo Lodi riguardo al giornalista che per mesi l’ha minacciato di aver sotto mano un’inchiesta giornalistica sui suoi trascorsi giudiziari.
Ora io, generalmente, per prassi di pensiero, cerco di mettere sempre davanti “l’uomo” alla figura che ricopre. Per questo motivo, la prima cosa che vedo, è un uomo come Lodi minacciato per mesi, che si toglie un sassolino dalla scarpa esibendo un casellario giudiziario intonso a fronte di una minaccia reiterata per mesi nei suoi confronti.
La legge italiana è chiara, e dice che con il casellario giudiziario intonso, si possa essere eleggibili al Consiglio Comunale.
Serve altro? No. Questa è la legge, e Nicola rientra nella legge. Non c’è nessun altro discorso sul merito da fare a riguardo.
Entriamo ora nel secondo focus del discorso. L’etica della comunicazione.
Parlarne oggi, con il panorama politico (indifferentemente di destra e sinistra) che ci circonda, risulta quantomeno difficoltoso.
Un giornalista, come persona e come professionista, ha il diritto di fare tutto il giornalismo d’inchiesta che desidera. Ma ha altresì meno il diritto di minacciare.
Può prendersi beffa di qualcuno quanto desidera e non gli è stata tolta la possibilità di farlo, dato che tra l’altro mi sembra che Nicola non abbia mai avuto problemi ad accettare prese per i fondelli, essendo lui stesso il primo a farlo con trasparenza.
Quando parliamo di Nicola, invece, dobbiamo prestare attenzione.
I giornalisti hanno un codice deontologico da rispettare derivato dalla propria professione, mentre lui, facendo il barbiere, non ha alcun codice deontologico professionale da rispettare.
Come tutti si assume la responsabilità di quello che dice e di quello che fa davanti alla legge.
L’unico codice deontologico che deve rispettare è, al massimo, quello imposto da se stesso.
È il segretario comunale della Lega? Benissimo, risponderà di ciò che dice ai suoi elettori e al suo partito. Non ad Aldo Modonesi.
Mi chiedete se condivido il modo di comunicare di Nicola? No, chi mi conosce sa che scelgo altri metodi comunicativi. Ma lo rispetto nella sua militanza politica e ci conosciamo personalmente.
Ci stringiamo ogni volta la mano e lavoriamo entrambi, con modi e modalità differenti, per un cambiamento in positivo della città di Ferrara.
A destra e sinistra sono pieno di amici dei quali non condivido nulla della loro prassi comunicativa, ma questo non mi ha mai distratto dal confronto costruttivo con loro e dal “fare”… che ricordo essere, in politica, la cosa più importante.
Vi vedo tutti un po’ troppo distratti.
Sono leghista? No, ma appoggio convintamente la candidatura di Alan Fabbri Sindaco perché lo ritengo un grande amministratore, competente, è una persona splendida.
Alan lo sa, e a prova della sua intelligenza è il fatto che non si sia mai tappato le orecchie di fronte ai miei progetti e alle mie proposte esclusivamente perché non condividiamo una tessera di partito (che non ho di nessuno).
Soffermiamoci, vi prego, sulla sostanza.
Nicola risponderà nelle sedi opportune delle sue parole e dei suoi gesti.
Noi non siamo nè avvocati, nè giudici. A noi spetta di fare politica, e il tempo del “gioco delle tre carte” è finito. Progetti sul tavolo, e basta fronzoli.
Smettete di chiedermi cosa ne penso di questo o di quel partito, perché se fossi pienamente convinto di solo uno di questi, sarei tesserato.
Non lo sono perché credo solo in Dio, e nel “fare”.
Il resto è chiacchiera.
#AlanFabbriSindaco #DanieleBottiConsigliereComunale #FerraraCivica#Ferrara | Daniele Botti